Nel 1997, il Consiglio comunale di San Giuliano Terme, ha approvato
l’istituzione di due aree naturali protette sul Monte Pisano denominate "ANPIL Monte Castellare - Valle delle Fonti", sulla base
delle disposizioni dettate dalla LRT 49/95. Altre ANPIL, nello stesso periodo o in momenti successivi, sono state istituite nei Comuni di Calci, Vicopisano, Buti, occupando complessivamente una estesa superficie del Monte Pisano. Le aree prescelte dal Comune di San Giuliano Terme per la prima perimetrazione, sono state individuate dopo un’attenta
valutazione che ha permesso di includere emergenze
naturalistiche, storiche, architettoniche e tipologie vegetazionali
rappresentative del Monte. Tra queste ultime, particolare rilievo sotto il profilo naturalistico e paesaggistico, riveste la gariga, con il suo
aspetto apparentemente desolato ma con alto grado di biodiversità. Essa è il risultato di incendi e pascoli
intensivi connessi soprattutto alla intensa frequentazione del “valico”
del Passo di Dante, tra la provincia di Lucca e la Provincia di Pisa. Altre tipologie vegetazionali, sono rappresentate dalle cenosi ripariali della Valle delle Fonti e di altri ambienti umidi del Monte, con habitat ad
elevato pregio naturalistico-ambientale, dai castagneti che ancora conservano carattere di monospecifitità, dagli oliveti.
Gli oliveti, realizzati su terrazzamenti sostenuti spesso da muretti a secco, sono
ben rappresentati nelle A.N.P.I.L. Monte Castellare - Valle delle Fonti ed in buona parte ancora
produttivi. L’olivo ha sostituito in passato sia la pineta che
la lecceta che tuttavia è possibile osservare in ambiti territoriali
ancora sufficientemente estesi. Presente inoltre, con numerosi
esemplari, la quercia da sughero (Quercus suber, Q.
pseudosuber e Q. morisii) ed estese pinete a pino marittimo, utilizzate dalla Repubblica
Marinara Pisana per la costruzione delle navi Le due aree si differenziano anche per gli affioramenti rocciosi: prevalenza di calcari nell'ANPIL Monte Castellare e di rocce silicee nell'ANPIL Valle delle Fonti. Alla presenza di calcare è connesso lo sfruttamento passato delle cave, che
hanno fornito materia prima per molti monumenti della città di Pisa
ed anche per le antiche mura di Lucca. Entrambe le aree accolgono emergenze storico/architettoniche di notevole interesse: sul Monte Castellare è presente un interessante insediamento etrusco
ed alto-medievale, riportato alla luce e studiato a cura del Gruppo
Archeologico Pisano diretto dal Prof. Maggiani dell’Università
degli Studi di Venezia. Interessanti sono anche i ruderi degli edifici che il Conte
Sigismondo De Bosniaski fece erigere in una posizione dalla quale si
può dominare un suggestivo panorama che spazia dalle colline
livornesi ai monti di La Spezia, alle isole dell’arcipelago toscano
(Gorgona e Capraia ) fino alla Corsica.
Non meno importanti sono le preesistenze architettoniche della Valle
delle Fonti, prima fra tutte l’acquedotto Mediceo con le sue
strutture di captazione ancora oggi visibili lungo il sentiero, alcune restaurate. Tra queste, ricordiamo l'edificio denominato "Cisternone" che, entro il 2015, sarà restituito alla fruizione pubblica (visite anche guidate). Il Cisternone accoglie al suo interno un plastico raffigurante la ricostruzione ottocentesca (1830 ca.) della pianura settentrionale di Pisa, dal Monte Faeta alla città, in scala 1:1000, comprensivo della struttura dell'acquedotto mediceo e delle sue opere d'arte, curve di livello, rete fluviale principale, zone agricole, aree urbanizzate. Il plastico, con i suoi 63 metri quadri di superficie, è uno dei plastici più grandi d'Europa.